Decompressione sub e le prime tappe con l’istruttore
L’uomo è fatto per vivere sulla terra e ogni intrusione in mondi chimicamente e fisicamente diversi implica la necessità di un adattamento. Per dirla in modo forse un po’ fantasioso, ma che rende l’idea, fare un’immersione è un po’ come andare sulla luna. Per fortuna la questione è molto più semplice e l’accortezza che si deve avere per muoversi in tranquillità è rispettare la decompressione sub.
Ovviamente questa pratica riguarda solo chi si avventura in profondità e non chi pratica, ad esempio, snorkeling.
La decompressione: sub e pressione
Ogni essere umano, sulla terra, dove la pressione atmosferica è di 1 bar, respira aria composta da azoto (78%) e ossigeno (20%) e, in misura minore, da altri gas. L’ossigeno ha un ruolo nella fisiologia umana, gli altri gas, invece, vengono espulsi con l’espirazione.
Sott’acqua, la pressione aumenta di 1 bar ogni 10 metri di profondità. All’aumentare della pressione, i gas, per loro natura, reagiscono comprimendosi. Quindi, sott’acqua il corpo umano si trova a respirare una maggiore concentrazione di gas e, soprattutto, di azoto.
Questo, non essendo necessario da un punto di vista fisiologico, se non viene subito smaltito, tende a accumularsi in forma di microbolle nei tessuti. E più si va in profondità, più si accumula azoto.
Non solo: al momento di risalire, se l’azoto non è stato eliminato, le bolle che prima erano compresse si espandono e possono ostruire arterie, vasi sanguigni e provocare danni ai tessuti come ossa, articolazioni ecc. Questi fenomeni sono alla base di quella che viene definita patologia da decompressione (PDD), o sindrome da decompressione sub, e che è all’origine di malattie da decompressione.
Le tappe di decompressione
Le microbolle che si accumulano ad ogni nuovo cambio di pressione vanno, quindi, smaltite. Le tappe di decompressione consentono di espellere l’azoto accumulato (e gli altri gas inerti) attraverso i polmoni, e di raggiungere profondità importanti in tutta sicurezza.
Come si calcola una tappa o sosta di decompressione? Chi dice al sub quando fermarsi e per quanto tempo? Per quanto oggi esistano comodi e confortevoli computer in grado di pianificare le soste di decompressione, è buona norma avere sempre con sé le tabelle di decompressione: la tecnologia non è mai perfetta e il computer potrebbe guastarsi sul più bello.
In ogni caso, è sempre consigliata una sosta di 3 minuti a 5 metri di profondità prima della risalita (sosta di sicurezza).
La sosta non è mai noiosa, è un tempo che si può mettere a frutto per imparare o verificare dati e parametri, come ad esempio il consumo d’aria a riposo; durante la pausa un istruttore può sottoporre gli allievi a procedure di emergenza; se ci sono pareti o pendii o rocce si può approfittare della pausa per esplorarli!
La tabella di decompressione
La tabella di decompressione indica quante tappe e di quale durata è necessario fare per ogni immersione onde prevenire embolie ed altre patologie. Per prendere confidenza con le tabelle decompressione sub, gestire i tempi, le tappe e leggere i dati sul computer, è necessario essere introdotti da un istruttore.
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