Brevetti: a cosa servono nel mondo dello scuba diving
A cosa servono i brevetti nella subacquea? Quanti e quali tipi di brevetti esistono?
Per fare delle immersioni subacquee c’è bisogno di avere una serie di brevetti sub. Questa è una della prime cose che si sente dire accostandosi al mondo degli scuba divers.
Analizzando per prima cosa l’aspetto legale, in Italia nello specifico non esiste alcuna normativa che imponga l’obbligo di possedere un brevetto per effettuare immersioni. Alcune regioni però hanno dei regolamenti normativi propri, che di solito riguardano le zone più frequentate dai divers. Andando a fare un po’ di ricerca si scopre che l’unico brevetto che sia veramente necessario è quello base detto OWD (Open Water Diver). Si può dire che nessuna persona in possesso di questo brevetto sia stata infastidita dalla “Legge”.
Continuando a fare ricerche è facile però scoprire che la complessità brevettistica raggiunta nel campo dello scuba diving non è da poco. I brevetti servono principalmente per regolare l’ambito professionale delle immersioni subacquee, e andando a scavare un po’ si evince che l’amatore, l’appassionato puro, non è direttamente interessato ai brevetti e alla necessità di conseguirli: questo non significa assolutamente che non servano o che non siano utili. Qui è importante essere chiari: ci si può tuffare in acqua e fare un’immersione a proprio piacimento? Sì (anche se va considerato come abbiamo detto che alcune zone sono regolamentate e controllate). Ha senso fare immersioni senza avere brevetti sub riconosciuti? No.
Sarebbe come pretendere di giocare una partita di Champions League nel praticello dietro casa. Perché a differenza del calcio o di altri sport dove ci sono le categorie che vanno da principianti a professionisti super pagati, si può dire che ogni immersione è come giocare la finale di Champions: se si effettuano le operazioni sbagliate si rischia la vita anche quando si è pochi metri sotto! Quindi, per capirci, se una persona che non ha nemmeno un brevetto ha già effettuato decine e decine di immersioni di tutti i tipi a tutte le profondità non ha bisogno di fare i brevetti; le si potrebbero dare ad honorem per così dire. Ma per i neofiti, fare i corsi ed ottenere i relativi brevetti per le diverse profondità e specialità è sinonimo di sicurezza per se stesso e per gli altri. Infatti un incosciente qualunque potrebbe farsi accompagnare in una grotta profonda, in una bellissima zona turistica, da un diver che si spaccia un grande esperto e poi lasciarci le penne… I brevetti servono a questo principalmente, a certificare la capacità dei singoli, oltre che all’ovvio scopo professionale di abilitare all’insegnamento e ad altre attività specifiche quali il salvataggio o la ricerca.
La P.A.D.I. (Professional Association of Diving Instructors) è una delle più longeve ed influenti associazioni di scuba diving. Ha suddiviso la didattica in quattro moduli, che danno la possibilità di accedere ai vari brevetti: programma di scoperta (rivolto per di più ai giovanissimi), subacquea ricreativa, corsi di specialità, e brevetti professionali. C’è chi dice che è necessario investire tempo e denaro nel fare brevetti, e chi dice che è meglio risparmiare nei brevetti per comprare la migliore attrezzatura possibile… La verità sta nel mezzo? Oppure dove si è spostato l’ago?
C’è un terzo elemento oltre alla brevettistica e all’equipaggiamento: sono i diving club! Conoscere reciprocamente e con certezza le rispettive e reali capacità, avere opinioni esperienziali reali su accessori e diversi luoghi di immersioni, fa risparmiare tanti rischi e tanto denaro! E chi meglio di un club di stregati dalla stessa passione può guidare le idee su quali brevetti prendere e quando abbiamo veramente la necessità di farlo? Potrebbe il lunatico Nettuno dio del mare fare di meglio? No.